Che cos’è l’inflazione?

Oval Team
5 min di lettura

Hai fatto un giro oculato al supermercato, rinunciando ai biscotti di marca e agli sfizi, eppure alla cassa la spesa nel carrello era più costosa delle ultime volte. Sei uscito un paio di sere e i soldi sembra siamo evaporati senza che nemmeno te accorgessi.
Non ti si sono bucate di colpo le tasche: stai spendendo più del solito e la colpa è dell’inflazione. Ma che cos’è l’inflazione e in che modo impatta sulle vite di tutti i consumatori?

La definizione di inflazione
L’inflazione indica un aumento generalizzato e continuativo dei prezzi nel corso del tempo, che quindi non si applica solo a una voce di spesa ma a tutte quante.
È un indicatore economico cruciale, perché l’aumento dei prezzi impatta sul potere d’acquisto e quindi sulla vita delle famiglie. Di conseguenza può causare un calo degli acquisti e quindi innescare una recessione e condizionare così l’andamento dell'intera economia di un Paese.
L’inflazione inoltre, se perdura nel tempo, riduce anche il valore della moneta, perché con la stessa quantità di euro si possono acquistare meno beni e servizi rispetto a prima.
La diminuzione del potere d’acquisto può poi indurre non solo le persone a spendere meno ma anche a investire i risparmi nei beni rifugio, quelli che non si svalutano come la moneta, come ad esempio l’oro o gli immobili, i cui prezzi come conseguenza possono aumentare.

Come si misura l’inflazione
L’inflazione viene misurata ogni mese dall’Istat, l'Istituto nazionale di statistica italiano, calcolando l’indice dei prezzi al consumo, ovvero la media dei prezzi di un insieme di beni e servizi chiamato paniere.
Il paniere Istat non è altro che un insieme di beni e servizi rappresentativo dei consumi delle famiglie: al suo interno ci sono i prodotti più importanti che tutti acquistiamo, come quelli alimentari, ma anche vestiti, calzature, trasporti, servizi sanitari, servizi di ristorazione e ricreativi. E ancora, le bevande alcoliche, l’istruzione, l’elettricità, l’acqua, la luce e molto altro.
Il paniere è molto importante perché deve fotografare quali sono i consumi essenziali per gli italiani, per questo varia nel corso del tempo e alle voci di spesa che non cambiano mai (come il pane o il latte) possono aggiungersene altre fino a poco prima impensabili.
Ad esempio, nel 2021 l’Istat ha introdotto nel paniere le mascherine e i gel disinfettanti, diventati una voce di spesa notevole con l'avvento della pandemia, mentre nel 2022 sono stati aggiunti anche i tamponi, i test sierologici e persino le poltrone da computer – che evidentemente sempre più persone hanno acquistato per lavorare in smart working – e le sedute di psicoterapia individuale, probabilmente un altro retaggio del Covid-19, che ha acuito le difficoltà psicologiche, soprattutto nei più giovani.
Quest’anno in tutto ci sono 1.772 prodotti nel paniere.
L’inflazione quindi viene calcolata ogni mese basandosi sulla variazione dei prezzi degli elementi del paniere, a seconda dell’importanza che ciascuno ha sul totale della spesa media degli italiani. Viene conteggiata la differenza dei prezzi sia tra il mese corrente e quello precedente che tra due stessi mesi di anni diversi, per capire come si è mossa l’inflazione sul breve periodo e su base annua.
La variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo da un anno all’altro determina il tasso d’inflazione annuale.
L’Istat ogni mese calcola tre indici relativi all’inflazione e monitora il loro andamento. L’Indice dei prezzi al consumo Nazionale per l’Intera Collettività (Nic) misura la variazione nel tempo dei prezzi di beni e servizi per la collettività, si tratta quindi dell’indicatore generale di come l’inflazione sta impattando sull’intero sistema economico.
Invece l’Indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (Foi) calcola la variazione di prezzi dei beni e servizi acquistati dalle famiglie di lavoratori dipendenti.
Infine, c’è l’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), che viene utilizzato per mettere a confronto l’inflazione italiana con quella degli altri paesi dell’Unione Europea.

Perché l’inflazione sale
In questo momento in Italia l’inflazione è fuori controllo e ha raggiunto il valore più alto degli ultimi quarant'anni. Il tasso d’inflazione a settembre 2022, secondo i dati Istat, è infatti dell’8,9%.
Un aumento fortissimo e che è il prodotto di diverse cause. Intanto sono aumentati i prezzi dei generi alimentari, della benzina, del gas e dell’elettricità - il cosiddetto caro bollette - che è una conseguenza diretta della guerra in Ucraina.
Sull’inflazione però pesano anche i recenti rialzi dei tassi d’interesse varati dalla Banca Centrale Europea, prima a luglio e poi a settembre: alcuni prodotti hanno subito rincari anche superiori alla media e purtroppo si tratta di beni indispensabili per le famiglie.
Secondo le elaborazioni di Coldiretti sui dati Istat a giugno 2022, ad aver subìto il maggior aumento dei prezzi rispetto allo stesso mese del 2021, troviamo l’olio di semi seguito da burro, pasta e farina.
Sono dunque soprattutto schizzati in alto i prezzi del “carrello della spesa”, ovvero i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che segnano un +11,1% in un anno. Secondo l’Istat per trovare un aumento simile è necessario risalire a luglio del 1983: questo anche perché i rincari energetici pesano sul costo della produzione e della distribuzione di beni alimentari.

Il fenomeno della crescita dell’inflazione si registra non solo in Italia ma in tutta l’Eurozona, ovvero l’area dei Paesi che adottano l’euro come moneta, dove a settembre per la prima volta ha raggiunto la cifra del 10% rispetto allo stesso periodo del 2021. I Paesi Bassi, il Belgio, l’Austria e la Germania sono quelli dove l’aumento dell’inflazione è stato addirittura superiore al 10%, a causa della loro maggiore dipendenza energetica dalla Russia. La prima causa di questo aumento infatti anche nell’Eurozona è il costo dell’energia, che segna un +40,8% rispetto allo scorso anno, ma anche i beni alimentari, gli alcolici e i tabacchi sono cresciuti dell’11,8%.